Commento allo Standard del Dogo Argentino

MOTIVI PER I QUALI IL DOGO ARGENTINO NON DEVE CONSIDERARSI "MOLOSSO"

Si considerano molossoidi i cani il cui cranio ha caratteristiche diverse da quello della nostra razza, dato che loro hanno muso corto, cioè non mantengono la proporzione della testa dei nostri esemplari, giacché cranio e la testa devono conservare la stessa lunghezza. Questa sarebbe la differenza fondamentale e sappiamo che nella testa sta la tipicità di una razza.

La testa dei molossi massiccia, di forma cubica o arrotondata, orecchie piccole e pendenti, muso corto, labbra lunghe e pendenti, palpebre pronunciate, stop profondo e marcato, corpo robusto, generalmente hanno cinque dita lunghe e quasi mai sono buoni atleti. Non sono cani dal carattere nevrile ma piuttosto lenti nelle loro azioni. Questa è un'altra differenza per la quale entra in collisione con le stesse prescrizioni dello standard attuale. Anche se il nostro dogo argentino ci deve suggerire un‘immagine di forza e resistenza, non ci deve mai dare l'impressione di essere un cane "amastinado" o con I'aspetto di un Rottweiler, non deve nemmeno sembrare un cane molto veloce, perché anche quel tipo di cane è in contrasto con i tratti tipici della nostra razza.

TEMPERAMENTO E COMPORTAMENTO

Suggeriamo di eliminare i termini "franco" e "umile" perché possono essere qualificativi per gli esseri umani ma non per i cani. L'equilibrio della sua struttura si deve riflettere nel suo carattere. II suo valore si deve manifestare in un momento preciso e in modo imprevedibile. Non può essere estremamente timido e nemmeno aggressivo senza provocazione. Questi estremi si devono punire. II suo sguardo non deve essere implorante, come quella del cocker, deve sempre dimostrare un'attitudine degna e di sufficiente sicurezza.

TESTA

Suggeriamo di escludere il termine "cesellato" il quale proviene da cesello, attrezzo utilizzato per lavorare, arare. In realtà crediamo che crei confusione, per cui dovrebbe escludersi "senza angoli aspri o pronunciati ne cesellatura ben note". Questi termini sono contradditori quando si parla del rilievo dei muscoli masticatori e della nuca. Sulla testa non si deve trovare tessuto adiposo.

STOP

Suggeriamo di eliminare la frase "lievemente definito" perché contradditorio con la descrizione del profilo quando dice:"dal profilo abbiamo un'immagine di definito". Secondo noi dovrebbe dire "definito" non deve essere profondo ne formare angoli retti.

MUSO

Consideriamo opportuno eliminare: "le facce laterali sono lievemente convergenti" anche se anatomicamente le mascelle inferiori convergono, considerando come è scritto ci può suggerire un muso sottile verso l’estremo. Per noi la dicitura corretta è:"largo, alto della lunghezza del cranio".

GUANCE

La descrizione non è molto felice, la parola "semipiane" porta confusione, sarebbe più chiaro se dicesse "lievemente convessa nel antero posteriore e cranio ventrale" e si dovrebbe pure eliminare "senza rilievo né cesellatura" perché è impossibile che questo si veda così nel cranio, "con archi zigomatici molto separati dalla volta cranica che origina una fossa temporale ampia che da spazio allo sviluppo del muscolo dello stesso nome", tale come prescrive lo standard precedentemente quando parla del cranio. Devono essere evidenti.

OCCHI

Generalmente gli standard fanno l'errore di parlare della forma degli occhi in quanto questi sono sempre rotondi, il globo oculare è quasi sferico, in questo punto si deve parlare di perimetro palpebrale, i quali nell'insieme devono essere a forma di mandorla e l'inserzione giusta, nella nostra razza sub-frontale.

LABBRO

Il lappro pendulo nel Dogo Argentino si deve incorporare come motivo di squalifica per una questione funzionale. Come difetto grave si fa più tollerante, perciò ci troviamo di fronte al problema e oggi lo vediamo sulle piste. L’imposizione della squalifica aiuterà a risolverlo.

Dobbiamo spiegare in quale caso viene considerato pendulo. Potremmo dire che quando il labbro superiore, trovandosi l’esemplare con la bocca chiusa, supera di molto la mascella inferiore. Normalmente si vede nel Gran Danese, dove nella culminazione del labbro, compresa dall’ultimo premolare verso i canini, discende in forma di pendolo verso il davanti, osservandosi, a volte, per la sua lunghezza, quando agita la testa lateralmente, una movimento inverso al giro del cranio, motivo per cui penzola.

Bisogna considerare l’età del cane, dato che con il passare degli anni tutti i tessuti che pendono con un certo peso, cedono per la gravità. Per esempio i seni delle nostre fattrici. Un altro aspetto da prendere in considerazione perché il labbro sia considerato come tale quando, sempre parlando del labbro superiore, si trova al di sotto della commessura labiale.

Nello standard di Antonio il labbro pendulo veniva considerato motivo di squalifica, e spiega le ragioni funzionali, che in fin dei conti sono quelle che contano, dato che non è una questione puramente estetica.

PETTO

Qui fa una descrizione anatomica dei limiti del petto nella sua linea inferiore che, non coincide con quello prescritto da Antonio. Dice che deve arrivare fino alla linea del gomito, Antonio invece diceva che doveva superare la linea dei gomiti. Noi siamo d'accordo con questa posizione, però crediamo che sarebbe ragionevole che lo standard dicesse: "deve superare la linea dei gomiti ma è ammesso che arrivi fino alle linee dei gomiti". E’ necessario chiarire che ciò non deve significare che un soggetto non sia armonico. Cioè non deve essere sproporzionato, vale a dire deve essere armonioso nell'insieme.

ALTEZZA

Controverso tema, perché ci si allontanati dalle prescrizioni di Antonio, dai primi documenti di Agustin, nei suoi scritti della prima pubblicazione del 1969 e non quelli del suo ultimo libro prima della sua scomparsa e dalla funzionalità, parlo del periodo in cui si premiavano esemplari di altezza superiore a quella stabilita nello standard. E’ necessario giudicare la struttura di un cane, ed anche il suo atteggiamento, in funzione della sua attività principale, pertanto I'altezza avrà una vitale importanza nel momento in cui si valuterà la struttura, movimento in funzione dell'azione, cosi come si dovrà tenere conto del peso.

Coloro che hanno avuto l'opportunità di cacciare come si usa fare in Argentina, a piedi, durante giornate faticose hanno potuto apprezzare cosa significa uscire con cani equilibrati in questo senso, con animali di media altezza, entro i 65cm di altezza. Questi esemplari sono quelli che meglio si comportano su qualsiasi tipo di terreno, montuoso, collinare o paludoso durante vari giorni di lavoro.

Buona norma, per comprendere bene I'argomento trattato, prendersi I'impegno di misurare i cani, perché in quel momento che si comprende realmente il problema. In questo modo potremo comprendere perfettamente di cosa trattiamo quando parliamo di un esemplare alto 65cm al garrese e che uno di 64cm è ugualmente un animate fisicamente prestante; magari affiancare a essi uno di 68cm, cosi si noterà che non hanno lo stesso impatto. Qui comincia il problema, subentrano le mode, i soggetti più appariscenti, e purtroppo si trascura la funzionalità premiando solo I'estetica. La razza ha sofferto questo problema per molti anni e si premiavano animali che erano buoni cani, ma brutti Dogo Argentini.

Misuravano più di settanta cm come successe alla fine degli anni settanta. In quel periodo a Rosario lo scomparso Ernesto Rivero, utilizzando un cinometro di legno, non qualificò un soggetto che era il cane di punta del momento, molto appariscente di sicuro, che facendo la media di tre misurazioni risultò essere 70,5 cm di altezza al garrese. Questa pratica è stata interrotta per molto tempo ma dall’anno 2006 è ritornata in vigore. Questo è ciò che diceva Antonio rispetto alla taglia presentando lo standard nel 1947 al circolo dei cacciatori di B.A. edito nella rivista Diana:

"In quanto alla taglia del cane, dal momento che i sentieri dei nostri monti sono fitti di vegetazione risultano più pratici i cani di taglia media. Ma nella selezione delle razze bisogna scegliere gli esemplari più forti e conviene, per la selezione, scegliere quelli di maggiore taglia peso, perché cresciuti nel "campo" lavorando molto e con una alimentazione non sempre adeguata non divengono mai di taglia eccessiva la ragione del proverbio creolo "la taglia entra per la bocca".

Egli non parla i centimetri, lo fa Agustin nel primo standard vigente per la FCI e parla di 60 a 65 cm con squalifica per gli esemplari minori di sessanta centimetri. Agustin nella pagina 114 115 della sua prima pubblicazione del 1969 parlando dello standard dell'altezza dice testualmente: "Altezza: Da 60 a 65 centimetri".

Tanto nell'altezza come nel peso il giudice deve essere inflessibile perché essendo il Dogo un cane da "lucha", tra le razze per la caccia grossa, la diminuzione dei volumi gli sottrae efficacia. Deve essere squalificato ogni Dogo maschio o femmina adulto che misuri meno di sessanta centimetri di altezza, preferendosi tra i migliori esemplari quello di maggiore taglia. II creatore della razza ha insegnato che il Dogo Argentino è un normotipo e dentro ciò è un macrotalico. Ciòè deve esistere un'armonia nella proporzione che dal punto di vista funzionale euritmia, normale correlazione organica che si traduce in una maggiore forza, per quello che si deve cercare quello di maggiore taglia e peso, senza arrivare al Gigantismo.

Per ciò Antonio parla di taglia media ed a quello si riferisce Agustin quando dice "senza arrivare at gigantismo". Le due considerazioni di Antonio ed Agustin rispetto ai cani bassi furono fatte perché allora i cani stavano nel campo cacciando ed erano male alimentati, questo faceva si che la taglia non diventasse mai eccessiva, per ciò fu inserita la sanzione per li esemplari al di sotto dei 60 cm nello standard di Agustin. Quando si cominciò ad allevare nelle città con a disposizione cibo abbondante e di buona qualità e poca o niente attività fisica avvenne processo inverso.

Gli esemplari crescevano eccessivamente allontanandosi dall'attitudine funzionale. Perché" un cane con un'altezza maggiore 67 cm è troppo alto ed in generale non è funzionale come uno di 64 cm. Antonio è chiaro dice "taglia media" ed Agustin "senza arrivare al gigantismo". Come dicevo negli ultimi anni la razza ha sofferto il processo inverso, salvo nelle prove di campo, nei recinti soprattutto, come succede oggi, i Dogo si vedono più nei ring delle expo che a caccia; dopo molte discussioni Si arrivò all'intendimento che limite era i 65cm. Perché inoltre lo stesso Agustin lo scrisse, e squalificò i soggetti di taglia inferiore ai 60 cm. Perché quello era il problema dell’epoca adesso abbiamo il problema opposto, ma Antonio, senza parlare di centimetri, disse "taglia media" ed Agustin disse 65cm come limite massimo. Agustin interpretò quello che disse Antonio e quella è la taglia ideale, dopo per non essere tanto fiscali si diede una tolleranza logica, ma solo per casi eccezionali.

Questo ultimo rimane plasmato, nello standard (1978, che su richiesta del Club di Cordoba e le sue delegazioni, dopo due riunioni di giudici e due di allevatori, realizzate in questa città di Rosario, si confezionò e rispetto all'altezza diceva:

Altezza: Da 60 a 65 cm. In caso che le virtù del cane maschio lo giustifichino e, solo in casi eccezionali, (questo standard non entrò mai in vigore) i giudici potranno premiare gli esemplari che superino i 65cm, fino ad un massimo di 67 cm. I soggetti di altezza superiore verranno squalificati. Nella parte dove sono citati i motivi di squalifica, decimo motivo cita: "10. Esemplari femmine di più di 65cm. Esemplari maschi di più di 67cm. Maschi e femmine minori di 60 cm.

MOVIMENTO

Ricordiamo che il nostro cane è più un lottatore che un velocista, non è ne un velocista ne un trottatore e nemmeno un galoppatore vero e proprio, ma esegue con scioltezza tutti i movimenti nella sua attività specifica, la caccia.

CONCLUSIONE

La squalifica per eccesso di altezza, ha fatto si che nei ring vediamo esemplari dentro i parametri desiderati, le misurazioni hanno una media di 64 cm, il range è ampio da 62 a 68 i maschi e le femmine 60 a 65, dico che non devono premiarsi i più alti ben si i più armonici e funzionali. Solo in casi eccezionali si possono premiare esemplari con altezza superiore ai 65 cm. Per lo meno questa è la mia opinione con la quale tento di giudicare, dando sempre molta importanza alla testa come indicazione della tipicità' ed al movimento come dinamica in azione per quello che fu creato nostro Dogo Argentino, la caccia. Nonostante sia prevista la sanzione per eccesso di altezza, credo si debbano squalificare quelli che passano i 67cm e premiare a quelli che arrivino a quell'altezza solo in casi eccezionali. E' importante includere nello standard un'indicazione del peso ideale, perché può capitare che un cane abbia una taglia adeguata ma che sia troppo pesante, anche questo un aspetto che va contro la funzionalità, ricordiamo che lo standard precedente dava un'idea del peso e parlava di un peso ideale che andava dai 40 ai 45 Kg.

Josè Luìs Forlla
Presidente Club del dogo Argentino
Dr. Antonio Nores Martinez

Ultima modifica ilSabato, 11 Giugno 2016 13:53
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